E' disponibile finalmente, grazie alla Fondazione Bru Zane, la versione originale di uno dei capolavori di Jacques Offenbach
Ancora una volta i ricercatori musicologi della Fondazione Palazzetto Bru Zane – in questo caso Marie Humbert e Sébastien Troester – ci offrono un dono prezioso: l'operetta La Vie parisienne di Jacques Offenbach non già nella versione a tutti nota, bensì in quella completa, quale in origine ideata dal compositore e dai librettisti Henri Meilhac e Ludovic Halévy per il Théâtre du Palais-Royal di Parigi.
Versione messa da parte e sinora sconosciuta, poiché durante le estenuanti prove Offenbach, disperato per le modeste risorse vocali dell'intera compagnia di quel teatro - composta di buoni attori ma non veri cantanti - dovette modificare, tagliare o riscrivere molte sezioni della sua partitura, al fine di ottenere da loro prestazioni quanto meno accettabili. Tribolazioni che coinvolsero ovviamente anche i due librettisti tanto che Halevy qualche giorno prima dell'andata in scena del 31 ottobre 1866 si lamentava con un amico, ormai sfinito e disperato, che «le prove de La Vie parisienne mi stanno quasi facendo impazzire».
Più vaudeville che opéra-bouffe
Insomma, messa da parte l'ambizione di offrire una vera opéra-bouffe in cinque atti, ne venne fuori alla fine uno spettacolo più vicino al vaudeville o alla revue: divertente, ironico e grottesco, pieno di comici riferimenti alla società ed ai personaggi d'allora, e saturo di ottima musica.
La sua formula lasciò sconcertata la critica - che parlò ora di genre miste, ora di agrégat inusité - ma non il pubblico parigino, che affollò la sala del Palais-Royal ogni sera, sino all'estate seguente. Eh sì, perché la partitura così tanto rimaneggiata riscosse un successo impensabile, e i copiosi incassi consolarono i tre autori, mitigando il dispiacere di non vederla rappresentata così come l'avevano progettata.
A scavare negli archivi, si trova
Una cospicua serie di fonti sinora inesplorate ha tuttavia permesso di ricostruire quella versione primigenia, partendo dal libretto originale sottoposto alla censura e valorizzando una serie di partiture manoscritte, di Offenbach stesso o dei musicisti d'orchestra. Con due atti sinora mai eseguiti, in tale inedita e più ampia veste La Vie parisienne è stata portata in scena, auspice la stessa Fondazione PBZ, in una tournée che dal novembre 2021 al gennaio 2024 ha coinvolto vari teatri d'Oltr'Alpe, ma sempre con lo stesso direttore, Romain Dumas.
La temporanea diffusione in streaming da parte del canale Arté ci ha permesso di apprezzare la regia brillantissima e travolgente dello stilista Christian Lacroix, che ne ha disegnato anche le graziose scene e gli iperbolici costumi. L'etichetta Naxos ne ha immortalato una recita, disponibile in DVD.
Un vertice del teatro comico di tutti i tempi
A Tolosa, nel gennaio 2023, La Vie parisienne è stata registrata con la magnifica orchestra ed il valente coro dell'Opéra national du Capitole de Toulouse, raccogliendo per l'occasione un gruppo di voci di alto livello che rivelano un formidabile talento di cantanti/attori, dal momento che all'ascolto sanno trasmettere l'impressione di vederli in scena.
La direzione di Romain Dumas è quanto di meglio si potrebbe desiderare in contesto di teatro 'leggero': il ritmo sempre sostenuto, vaporoso, incalzante; il rigore musicale c'è, con tantissima attenzione alla fantasiosa e variegata strumentazione; il senso del teatro anche, infiorando tutta l'esecuzione di straripante vitalità. Una edizione che surclassa tutte le altre precedenti, da non perdere.
Interpreti migliori, difficile trovarli
E poi ci sono i cantati, tutti vocalmente ineccepibili e perfettamente immedesimati nei rispettivi ruoli: i gaglioffi Gardefeu e Bobinet sono brillantemente resi da Artavazd Sargsyan e Marc Mauillon; il barone e la baronessa Gondremarck trovano in Jérôme Boutillier e Sandrine Buendia spiritosissimi interpreti; Véronique Gens è la fascinosa Metella.
E poi ci sono Anne-Catherine Gillet (Gabrielle), Elena Galitskaya (Pauline), Louise Pingeot (Clara), Marie Kalinine (Bertha), Marie Gautrot (M.me de Quimpere-Karadec), Caroline Meng (M.me de Folle-Verdure). Le parti minori (tante) sono abilmente rese da Pierre Derhet, Philippe Estèphe, Carl Ghazarossian.